A meno di venti giorni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento UE sulla privacy, le scuole non sanno ancora esattamente cosa dovranno fare.
Alcune si sono già adoperate, rivolgendosi all'esterno (soluzione piuttosto onerosa), altre stanno attendendo fiduciose indicazioni precise da parte del Miur, indicazioni che tardano ad arrivare.
Ancora una volta le scuole sono state lasciate sole a gestire un carico piuttosto pesante, sia dal punto di vista economico che procedurale, oltre che di grosse responsabilità in caso di inadempienza.
Per l'inizio della prossima settimana è previsto un incontro al Miur richiesto dai Sindacati.
"Chiederemo all’Amministrazione - scrive la Flc Cgil - di gestire centralmente tutte le problematiche connesse all’attuazione delle novità previste dal Regolamento Europeo (a partire dal prossimo 25 maggio) e contenute nelle modifiche al Codice Privacy (D.Lvo 196/2003) che il Governo sta predisponendo e di cui non si conosce ancora l’entità.
Chiederemo inoltre di dare alle scuole il supporto necessario per districarsi in una materia complessa e di non facile interpretazione, attraverso indicazioni univoche (sulla valutazione di impatto dei trattamenti, sui modelli di registro dei trattamenti e sull’individuazione delle figure) che consentano ai Dirigenti scolastici e agli uffici di segreteria di valutare le misure necessarie a mantenere alto il livello di protezione dei dati personali e sensibili che trattano quotidianamente nell’esercizio dei loro compiti istituzionali.
Quanto alla prevista nomina del Responsabile della Protezione dei dati (RPD), ribadiremo la richiesta di individuare la figura a livello centrale (regionale o nazionale) perché il regolamento non lo vieta, anzi lo raccomanda in caso di amministrazioni pubbliche con strutture ramificate nel territorio, come nel caso dell’amministrazione scolastica".
Visti però i tempi ristretti, ci chiediamo se come al solito non sia troppo tardi...